Disastro e dominio: la risposta della corona spagnola al terremoto siciliano del 1693
Sofia Hernandez, M.Phil.
Il 1693 iniziò in modo disastroso per la Sicilia quando un potente terremoto scosse l'isola il 9 e l'11 gennaio. Un resoconto contemporaneo descrive la città di Catania come "schiacciata come il palmo di una mano". La storia racconta che il rinnovamento seguì la distruzione, poiché le città della Sicilia orientale furono costrette a ricostruire, quasi da zero, inaugurando un nuovo stile architettonico sull'isola. Essendo la città più grande e devastata, Catania divenne quasi una tabula rasa per l'architettura e l'urbanistica. Prima che la ricostruzione potesse iniziare, erano necessarie azioni immediate e urgenti: sgomberare le macerie, fornire riparo e sostentamento ai sopravvissuti e garantire la sicurezza. Questa tesi esplorerà come l'amministrazione spagnola degli Asburgo rispose alle immediate conseguenze del terremoto. Interventi pratici gettarono le basi per una nuova architettura e urbanistica che emergesse dal caos. Questo studio utilizza materiale d'archivio dalla Spagna e dalla Sicilia, per comprendere le risposte del sovrano e del suddito. Collocato sullo sfondo del declino della monarchia spagnola degli Asburgo, culminato con la morte di Carlo II nel 1700, questo studio evidenzia come i territori periferici dell'impero, come la Sicilia, siano diventati siti sia di sfida che di opportunità per affermare il controllo imperiale. Analizzando le strategie politiche, architettoniche e urbanistiche implementate dopo il terremoto, questa dissertazione esamina come la ricostruzione di Catania abbia incorporato strategie adattive per mitigare i futuri rischi ambientali. Nel farlo, offre spunti sull'interazione dinamica tra resilienza umana, urbanistica e forze ambientali nel Mediterraneo moderno.