Roma communis patria
La collana presenta i risultati del progetto di ricerca Roma communis patria diretto da Susanne Kubersky-Piredda. Il progetto è incentrato sugli stranieri residenti nella Roma di prima età moderna, in particolare sulle dinamiche di convivenza e interazione nello spazio urbano. Uno degli scopi è quello di analizzare in che modo l'arte e la cultura visiva prodotta in seno alle comunità straniere venissero utilizzate da una parte per creare un senso di appartenenza tra i loro membri e dall’altra per rappresentare le loro identità collettive nei confronti del pubblico esterno.

3. Santa Maria dell'Anima. Dinamiche sociali e arte di una comunità straniera a Roma tra '400 e '600, a cura di Susanne Kubersky-Piredda e Tobias Daniels
Roma: Campisano Editore 2023
480 pagine, con più di 180 immagini
ISBN 979-12-80956-02-6
Santa Maria dell'Anima è considerata la "chiesa nazionale tedesca" di Roma sin dall'originaria fondazione trecentesca di un ospizio destinato a ricevere fedeli provenienti da tutto il Sacro Romano Impero. Essi costituivano una comunità polimorfa all'interno della quale interagivano svariati gruppi di persone, spesso organizzati sulla base di criteri geografici o professionali.
In fase tardo-medievale i membri di questa platea così eterogenea riuscirono a coagularsi attorno a una religiosità e una lingua comuni, nonché a tradizioni e usanze condivise, dando vita a una dinamica e influente enclave nei pressi dell'antica arena domiziana di Roma. Quando questo processo stava per raggiungere il suo apogeo con la costruzione di una sontuosa chiesa in occasione dell'Anno Santo 1500, la pubblicazione delle tesi protestanti di Martin Lutero, nel 1517, ebbe sulla comunità un effetto deflagrante, generando un intrico di tensioni, conflitti e diffidenze sia con le alte gerarchie della Chiesa Cattolica sia in seno alla comunità stessa.
Il presente volume ospita quindici saggi che, attraverso diverse prospettive e approcci, si propongono di analizzare queste complesse dinamiche nonché i loro riflessi nelle committenze artistiche e – più in generale – nella cultura visiva della comunità di Santa Maria dell'Anima.

2. Il Collegio di Sant'Isidoro. Laboratorio artistico e crocevia d'idee nella Roma del Seicento, a cura di Susanne Kubersky-Piredda
Roma: Campisano Editore 2019
248 pagine, con più di 120 immagni
ISBN 978-88-98229-58-1
La più antica fondazione irlandese di Roma, il Collegio di Sant'Isidoro, sorse nel 1625 sulle pendici del Pincio. Il suo fondatore Luke Wadding, frate dell’Ordine dei francescani minori, fu un brillante teologo e storico, ma si distinse anche per le sue abilità diplomatiche. Riuscì a reperire i fondi per costruire la chiesa e l'annesso hospitium, dotandoli anche di un archivio e di una grande biblioteca. Nella decorazione del complesso coinvolse figure di spicco come Carlo Maratti e Giovanni Pietro Bellori. Nel giro di pochi anni Sant’Isidoro divenne un notevole punto di riferimento nel panorama intellettuale ed artistico della Roma barocca.
Il presente volume intende evidenziare il ruolo del Collegio di Sant'Isidoro tra le numerose fondazioni straniere di Roma attraverso un innovativo approccio interdisciplinare. La dettagliata illustrazione dei ricchi e compositi elementi artistici e architettonici che furono sviluppati in Sant’Isidoro è infatti nel volume integrata da un’approfondita analisi su come tali elementi riflettano le molteplici identità collettive - quella irlandese cattolica, quella francescana, quella immacolista – che all’epoca determinarono la nascita e l’evoluzione del collegio.

1. Identità e Rappresentazione. Le chiese nazionali a Roma, 1450–1650, a cura di Alexander Koller e Susanne Kubersky-Piredda, in collaborazione con Tobias Daniels
Roma: Campisano Editore 2015
552 pagine, con più di 250 immagini
ISBN 978-88-98229-58-1
Residenza papale, meta di pellegrinaggio e metropoli artistica, Roma – "il gran teatro del mondo" – è nella prima Età Moderna il punto di incontro per eccellenza di stranieri provenienti da ogni parte del pianeta. Una presenza feconda e straordinaria: si organizza in comunità, occupa e rinnova intere aree della città. E fonda luoghi di ospitalità e ospedali per pellegrini, che sono la premessa per la nascita di decine di chiese nazionali.
Ma tutto questo è il frutto di un sentimento di identità nazionale? Della condivisione di miti, memorie, simboli e tradizioni? A differenza dell’attuale concezione di nazione-stato, le nationes premoderne furono realtà eterogenee e composite, basate su criteri di appartenenza non standardizzati, quanto piuttosto su istanze culturali o esigenze concrete legate al contesto sociale. E allora, quale idea e sentimento di nazione rappresentano le scelte artistiche delle chiese nazionali, presunto palcoscenico per antonomasia della sintesi identitaria?
Il volume raccoglie ventuno saggi di studiosi di diverse discipline, che attraverso analisi e documenti inediti rispondono a questi mutevoli interrogativi.